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Con l’espressione “Todi sotterranea” si intende generalmente un insieme di vuoti e di strutture realizzati dall’uomo, in epoche diverse e per le funzioni più disparate, sotto il colle su cui sorge la città di Todi. L’idea che il sottosuolo della città non sia formato semplicemente da un insieme di siti ma costituisca una realtà complessiva capace di destare meraviglia nel visitatore è molto antica. La si trova già pienamente formata in alcuni passi della duecentesca Historia Tudertine Civitatis.

… e lui stesso (Ercole) costruì Pietralunga e la cerchia urbana; quasi la maggior parte della città si appoggia su sette colonne e l’eroe edificò il foro sul serbatoio d’acqua su due colonne, mentre la maggior parte della cerchia urbana si appoggia sulla cisterna…

Pur se non mancano ipogei di altro tipo (magazzini, cantine, neviere, cripte, ecc.), gli strati di sabbia e ghiaia che formano il colle furono scavati principalmente per rispondere a necessità idrauliche: al momento si conoscono circa 3 km di cunicoli realizzati a partire dal II sec. a.C. sino al XIX sec. La funzione principale di molti di questi sotterranei era la bonifica dei versanti, oggi come nel passato tormentati dal dissesto idrogeologico. In pratica, le gallerie disinnescano il meccanismo che causa le frane, raggiungendo i punti critici dove l’acqua si accumula nel sottosuolo, drenandola e trasportandola in superficie dove non può causare danno.

Poiché Todi sorge su di un colle isolato, circondato per chilometri solo da cime più basse, la città era impossibilitata ad avere un acquedotto proveniente dall’esterno. Per questo motivo le gallerie divennero anche il principale sistema di approvvigionamento idrico e alcune furono scavate esplicitamente per questo motivo. Le fontane pubbliche alimentate dai cunicoli contribuivano a dissetare la città assieme alle centinaia di pozzi da cui veniva attinta l’acqua di falda e alle decine di cisterne alimentate dalle acque piovane.

Dopo il completamento del moderno acquedotto dotato di tubi di ghisa e di pompe a motore nel 1925 e dopo che nei decenni successivi l’acqua corrente raggiunse tutte le abitazioni, gli antichi sotterranei, custoditi per secoli dai fontanieri che ne curavano la manutenzione e la pulizia, divennero inutili e furono lentamente dimenticati. L’immobilità del mondo sotterraneo ha perlopiù escluso questi spazi dalle modifiche che hanno interessato la città in superficie trasformandoli in preziose testimonianze dei tempi passati: custodi di storie che aspettano solo di venire decifrate per essere raccontate di nuovo.